martedì 4 novembre 2008

La bilancia pesa-lettere




La più antica bilancia è la nostra mano. Una mano esperimentata può avere una sensibilità tale da apprezzare le variazioni di qualche milligrammo.L'onestà o, piuttosto, la disonestà di qualche frettoloso pesatore ha richiesto, fin dall'Antichità, che si stabilissero " pesi e misure " in modo che nessuno potesse essere vittima di inganni e abusi. Omero e la Bibbia menzionano l'esistenza della bilancia costituita da un semplice " giogo " a due bracci la cui uguaglianza era la regola-base della precisione. Ma, presto, ci si rese conto che il principio fondamentale dell'equilibrio era il rapporto " peso x lunghezza " (p1l1 = p2l2), constatazione alla base della precisione della bilancia romana e della bascula. Simbolo di equilibrio nel giudizio e di onestà morale, le prime rappresentazioni di bilance risalgono all'VIII secolo avanti Cristo. Un bassorilievo egizio rappresenta un precettore nell'atto di mostrare agli allievi una bilancia. Un'anfora greca del 600 A.C. ha come decoro una bilancia. Delle iscrizioni egiziane del 500 A.C. rappresentano delle bilance. Nella chiesa di San Pietro di Spoleto, eretta nel 1200, fra i bassorilievi appare, simbolica, una bilancia. Nel XVII secolo esistono soltanto due tipi di bilance: quella " a bracci uguali, spesso fragile e di debole portata, e la " romana " a bracci diversi, più robusta ma poco precisa. Nel 1670 Gilles Personne (o Personnier) de Roberval, matematico, specialista di meccanica e fisica, membro dell'Accademia Reale di Scienze sotto il regno di Luigi XV, avendo osservato come nelle transazioni commerciali l'eccessiva rapidità della pesata andasse a detrimento della precisione e dell'onestà, studiò delle bilance che permettessero di appoggiare gli oggetti non più in un posto preciso, ma in una zona più estesa. Roberval arrivò a costruire un " giogo " a forma di rettangolo, deformabile sotto la " carica " del peso secondo un preciso parallelogramma capace di mantenere i piatti orizzontali malgrado la rotazione della freccia. Con questo meccanismo le masse potevano essere poste indifferentemente su uno qualunque dei due piatti e ciò rendeva la pesata molto più semplice e più affidabile per precisione. Sempre durante il XVII secolo, le bilance conobbero un perfezionamento decisivo con l'invenzione dei " coltelli ", che riducevano considerevolmente lo sfregamento delle articolazioni. Il XVIII secolo fu quello delle bilance a molla che si allungano proporzionalmente alla " carica " appesa, tutte di fabbricazione artigianale, imprecise e oggetto di furiose contestazioni e litigi sui mercati. Nel corso dello stesso secolo apparvero le prime bilance da farmacia, di piccole dimensioni e di maggior sensibilità alle piccole variazioni di " carica ". Rari documenti dell'Impero cinese attribuiscono al 1780 l'uso della bilancina da tasca pesa-oro. Alla stessa epoca in Europa appare la bilancia ad angoli inclinati.
L'ETA' D'ORO DEI PESA-LETTERE .
In Francia come in Inghilterra il XIX secolo rappresentò l'età d'oro dei pesa-lettere. Da oggetti funzionali caratterizzati da una certa sobrietà, simbolo di precisione tecnica, durante la seconda metà del XIX secolo assumono dettagli e aspetti decorativi che ne fanno dei raffinati ed eleganti ninnoli da tavolo e da tasca. Per dare stabilità a quelli da scrittoio, per le basi, si utilizzano marmi rari, legni preziosi o cristallo di rocca e metalli dorati, come l'ottone, per le parti. Per quelli più ornamentali da tasca i creatori danno prova di vera raffinatezza sia nell'uso dei materiali che nella creatività delle forme, nell'uso dei caratteri dei numeri e delle lettere. Per quelli da tasca, qualche fabbricante conscio della propria vena artistica, fa firmare i propri capolavori. Minuscoli pesa-lettere da taschino riportano invece, il nome del proprietario, destinatario di un regalo raffinato e adattato all'attività professionale. I nomi più noti di fabbricanti industriali di bilance sono quelli dell'inglese Phillips Mathaüs Hahn e quello di Joséph Béranger che fondò il primo atelier di fabbricazione di bilance nel 1840 a Lione.
LE POSTE NAZIONALI E I PESA-LETTERE
Con la nascita degli Stati e la frantumazione dell'isolamento regionale, lo sviluppo della rete stradale e ferroviaria, il progresso scolastico e culturale danno l'avvio a un modo nuovo di comunicare che investe tutta l'Europa. Stabilite le tasse postali per l'estero, rimase il problema di tasse differenziate secondo il peso della lettera. Con la nascita delle Poste nazionali che si realizzo' nella maggior parte degli Stati europei tra il 1840 e il 1847, ovunque fiorirono piccoli laboratori e artigiani capaci di realizzare dei pesa-lettere dai dettagli tecnici e decorativi più interessanti. Allo stesso tempo, negli studi di notai, avvocati, architetti, medici, uomini di lettere e di cultura, la necessità quotidiana di comunicazione rese " indispensabile " l'uso e il possesso di pesa-lettere personali, da tavolo per i più sedentari e da tasca per chi aveva l'abitudine di viaggiare o di spostarsi frequentemente.
PRECISIONE, FEDELTA', SENSIBILITA'.
Una bilancia deve avere tre qualità: la precisione, ovverossia la possibilità di ritornare esattamente alla posizione d'equilibrio, la fedeltà, che consiste nell'indipendenza dalla posizione della " carica " e la sensibilità, cioè la capacità di reazione a una debole variazione di peso. L'accuratezza, dal punto di vista della tecnologia, degli elementi tecnici della bilancia, migliora e rende più precise le funzioni tecniche o d'uso.
LA BILANCIA " PENDOLO
"Nel 1847, appare la " bilancia Béranger ", dal nome dell'inventore, costituita da un " giogo " simmetrico (in relazione a un piano verticale) a bracci uguali che sostengono i piatti con quattro punti di appoggio dando l'impressione di un meccanismo " a pendolo ". La sensibilità, teorica, " regolamentare " doveva essere di 1/2000mo del carico, almeno.
QUALCHE TERMINE TECNICO
Per quanto minuscola, l'altezza media non supera i 12 cm, la bilancina è composta di un complesso e ben articolato insieme di elementi dai nomi a volte enigmatici per i profani. Qualche esempio:Asse del coltello, Braccio della leva, Giogo e controgiogo, Corsa, Portata, Potenza, Resistenza, Organi di concentrazione delle cariche, Organi di indicazione, Organi di riduzione, Organi di recezione delle cariche, Massa della tara, Organi fissi, Puntatori. La combinazione di tutte queste forze concorre alla determinazione del " rapporto finale ", cioè, del peso. La precisione di rapporto tra un elemento e l'altro e tra tutti gli elementi del meccanismo del giogo determinano la precisione della pesata. FRA PEDAGOGIA E MAGIA
Per valutare il ruolo pedagogico dell'iniziativa e stimolare nei bimbi delle esperienze di vita che permettessero loro di sviluppare delle attitudini e di partecipare con il gioco ai diversi livelli del quotidiano, Sylvia Chard e Lillian ricostruirono un ufficio della Posta completo di accessori al fine di far partecipare i bimbi al loro funzionamento. Illustrati i pesa-lettere, i bimbi, entusiasti, si misero a pesare e spedire la corrispondenza. Un'esperienza semplice semplice, realizzata in laboratorio ha potuto dimostrare che se si fissa su un pesa-lettere un cilindro di cartone graduato e se si riempie la prima graduazione di fagioli secchi si ottiene una certa misura della massa. Se si riempie la seconda graduazione, la massa misurata, contrariamente alle attese, non è il doppio della prima misura e se si continua a ogni nuova graduazione si constaterà una diminuzione dell'apporto della massa. E' quella che si definisce "bilancia folle ". Tra magia e spiritismo, nel 1908, Gustave Lebon propose duemila franchi al medium che avesse prodotto davanti a un comitato di competenti studiosi dei fenomeni spiritici un'esperienza di levitazione in piena luce. Fra quelle che fecero storia per la loro rigorosità, si menzionano quella eseguita nel maggio del 1907 dal professor Bottazzi, direttore dell'Istituto di Fisiologia di Napoli, assistito dal professor Cardarelli, senatore e da altri sapienti. Eusapia Paladino fu il medium designato dal gruppo di saggi. Per la buona realizzazione del fenomeno, all'estremità della sala, su un tavolo nascosto dietro una tenda, furono posti cinque oggetti fra cui un pesa-lettere. I sapienti si disposero attorno al tavolo, mentre al medium furono legate le mani dietro alla schiena. L'Italia del Popolo, del 1892, pubblico' un estratto di diciassette sedute spiritiche tenute a Milano, cui parteciparono e assistettero Eusapia, Schiaparelli, direttore dell'Osservatorio di Milano, Aksakoff, consigliere di Stato russo, Brofferio, Gerosa, professore dell'Università, Ermacora e G. Finzi, dottori in fisica, Charles Richet, professore alla Facoltà di Medicina di Parigi, direttore di una rivista scientifca e Lombroso, professore alla Facoltà di Medicina di Torino.
SIMBOLO DI RAFFINATEZZA E CULTURA.
Entrato nella vita comune delle classi colte, con gli attributi e i significati di eclettismo, modernità, eleganza, il pesa-lettere entrò a far parte di quell'insieme di attributi di cui si ammantarono coloro che, per necessità di mestiere, avevano familiarità quotidiana con la lettura e la scrittura. Con i primi viaggi d'Oltralpe e 'Oltremanica, sono infatti le classi nobili che si avvalgono della preziosità e dell'eleganza di questo oggettino di uso quotidiano. Raramente con parti in oro, facilmente deformabili, sono avvocati, notai e letterati che lo esibiscono al pari di un lussuoso orologio da tasca.
I VALORI. Il valore dei pesa-lettere da tasca è inversamente proporzionale alla grandezza. Più il pesa-lettere è minuscolo più è raro e quindi caro. Un pesa-lettere da tavolo, fine Ottocento, in semplice tolla dipinta in marrone, scala 1/100, con il suo scrignetto, ha raggiunto in asta i 210 Euro, mentre un modello con il piattino " a paniere ", di 80 mm di diametro, scala 1/70, per un'altezza di 150 mm ha realizzato i 200 Euro. Un modello Columbus, con gli elementi fondamentali in ottone può superare i 300-400 Euro. Rarissimi quelli italiani da tasca e, in generale, meno artistici di quelli inglesi e francesi che ne fecero dei piccoli capolavori impregnati dell'arte decorativa del loro tempo. Rigidi quelli tedeschi, che poco lasciano al decoro e nei cui materiali e nel cui design prevale la ricerca della precisione. I pesa-lettere nostrani, tarda ma piacevole imitazione di quelli dei nostri cugini francesi, con il naturale rarefarsi degli oggetti da "cabinet des curiosités ", vedono i prezzi in progressivo rialzo. Quelli americani, dalle linee sobrie, con uso di ottone e bachelite, datano la loro apparizione fra la prima e la seconda guerra mondiale.
PER PESARE..... OGNI EPOCA!
Un breve viaggio al Museo della Bilancia di Campogalliano di ModenaLa visita inizia, dopo avere percorso un corridoio lungo il quale è collocato il muro iconico che con suggestioni visive ci introduce ai concetti di bilancia e peso, nel Labirinto dei fenomeni dove è possibile pesarsi e vedere il proprio peso, oltre che sulla Terra, anche nelle condizioni simulate di gravità che avremmo sulla Luna e su Giove; si può interagire con dei computer per conoscere la bilancia a bracci uguali, il dinamometro e la bilancia inerziale e si può comprendere l'uso della bilancia a bracci uguali utilizzandone una da analisi degli anni Cinquanta con il metodo della tara e della doppia pesata.La Galleria dei mestieri e delle professioni raccoglie gli strumenti di pesatura utilizzati nella filanda e nella ferramenta; nella parte dedicata alla filanda si ha modo di vedere bilance per pesare i bozzoli e per distinguere il sesso della crisalide al loro interno, bilance per lana e per valutare l'umidità in essa contenuta e bilance da titolazione, che è possibile anche utilizzare, per conoscere la grossezza dei filati. La ferramenta espone un nucleo principale proveniente dalla donazione Marchesi di Mirandola che ha il suo perno nel banco e nella bilancia del negozio ottocentesco mentre fa da sfondo all'ambientazione una proiezione di disegni di articoli e utensili venduti nelle ferramenta del primo Novecento. Alcune bilance contapezzi, fra cui una completamente elettronica, sono a disposizione del pubblico. Salendo al primo piano si incontra un mobile/urna sul quale è posizionato uno strumento misterioso di cui si può tentare di scoprire il funzionamento prima di entrare nel Canale della storia. Qui gli strumenti sono esposti cronologicamente partendo da una stadera a doppia portata di epoca romana, passando per la semplice bilancia medievale in legno e corda fino ad arrivare alle contemporanee celle di carico per le bilance elettroniche; lungo il percorso si vedono esposte alcune curiosità fra cui un calibro per la misura della suola delle scarpe, un bastone per la misura dei cavalli al garrese, una termobilancia per sfarinati, una pesalettere a forma di penna, una bilancia a pendolo pesauova ed una con il piatto richiudibile per pesare il pesce vivo durante le gare di pesca. All'inizio del canale è posizionata la vetrina dell'Innovazione e industria che accoglie le ultime novità nel campo della pesatura presentate da una ditta del settore.La sezione successiva è Campogalliano. Città della bilancia nella quale si ricrea un esterno con un acciottolato che evoca una piazza: il Museo vuole proiettarsi all'esterno e identificarsi con il territorio di Campogalliano nel quale sono ancora leggibili i segni - evidenziati in un grande plastico - di una vocazione artigianale ed industriale che ha trovato nella bilancia il proprio oggetto. Infine la Galleria delle bascule e delle grandi stadere, dedicata a strumenti di grosse dimensioni legate prevalentemente all'economia agricola che ha sempre contraddistinto il nostro territorio: grandi stadere per pesare le "forme" di parmigiano-reggiano, le botti o il sale, bascule in legno e due vetrine dedicate alle pesapersone e pesaneonati.

sabato 18 ottobre 2008

Avreste mai immaginato che i Monti Picentini, più di cento milioni di anni fa, fossero una laguna?


Fossili di altissimo valore scientifico e storico-culturale forniscono chiare indicazioni sulla geologia di una regione. Sono da menzionare quelle dei pesci fossili provenienti dai tre giacimenti ittiolitiferi della Campania. Queste, derivanti in massima parte dagli studi e dalle ricerche svolte sin dal secolo scorso riguardano: i pesci del Triassico medio di Giffoni Vallepiana (SA) risalenti a circa 210 milioni di anni fa, quelli del Cretacico di Pietraroia (BN) e di Castellammare di Stabia (NA) di circa 115 milioni di anni. Il giacimento fossilifero di Giffoni Vallepiana, situato nella catena di monti che collega l'Appennino alla penisola Sorrentina, è stato oggetto di studio sin dal 1797, quando iniziarono i lavori, voluti dal governo, per una possibile utilizzazione dei combustibili fossili della zona. Fu in quell'anno che Andrea Savaresi, su incarico del governo, visitò il Monte Pettine per verificare l'estensione ed il possibile sfruttamento del giacimento. Nel 1809, Melograni si interessò della zona e qualche anno più tardi, nel 1815, De Giovanni vi scavò due cunicoli, uno dei quali raggiunse i 16 metri di profondità. L'insieme di queste ricerche non condusse tuttavia ad alcun risultato di rilievo. Nel 1820 Matteo Tondi su incarico dell'Accademia delle Scienze di Napoli, studiò alcuni campioni di minerali e concluse che essi non offrivano nessun vantaggio industriale. Fu solo nel 1854 che fu effettuata la prima analisi delle ligniti presenti nei livelli bituminosi e i discreti risultati indussero il governo ad affidare ad Oronzio Gabriele Costa lo studio dettagliato dell'area. Nel 1858 vennero intensificate le ricerche nella zona, coordinate da Costa, e furono effettuate esplorazioni e scavi per lo sfruttamento industriale dell'ittiolo contenuto negli scisti (da cui deriva il nome di "scisti ittiolitici"). Dopo quasi due anni le ricerche furono abbandonate e Costa espose al governo i risultati relativi alla parte industriale e pubblicò quelli relativi alle osservazioni geologiche e paleontologiche. Nonostante l'esito negativo di queste ricerche per scopi industriali, esse furono di notevole rilevanza scientifica in quanto misero in luce un gran numero di pesci fossilizzati nei livelli bituminosi. Le prime segnalazioni di esemplari di pesci fossili di Giffoni risalgono al 1815, quando il cavalier Filippo Basso portò alcuni esemplari in omaggio a Re Ferdinando I. In seguito Costa recuperò dalla zona il maggior numero di esemplari, in massima parte pesci ma anche molluschi e piante, che attualmente fanno parte della prestigiosa collezione di Giffoni custodita presso il Museo. Gli esemplari di Giffoni furono oggetto di vari lavori a carattere paleontologico e i risultati pubblicati da Costa il 1848 ed il 1866. La consistenza attuale della collezione ammonta a circa 100 esemplari.

giovedì 16 ottobre 2008

REMINGTON


1851 La prima vera macchina da calcolo.Con questa macchina inizio' l'industria delle macchine da calcolo. Costruita interamente a mano, ne esistono pochissimi esemplari. Nel periodo 1821-1865 ne furono venduti 500 esemplari. 1881 Hammond Macchina per scrivere Ideata da Jamers Barlett Hammond. La tastiera comanda la rotazione di una navetta semicircolare che si posiziona per stampare il carattere desiderato.Essendo le navette facilmente intercambiabili è possibile variare la grafica. Hammond faceva il giornalista durante la guerra civile Americana. Nel 1922 viene inaugurato a Berlino il primo tram elettrico della storia. Pasteur ricorre all'attenuazione dei batteri per ottenere l'immunizzazione della rabbia. L'Italia entra nella Triplice Alleanza insieme ad Austria e Germania. 1893 Royal Bar Lock Macchina per scrivere manuale costruita a Nottingham. Derivata dall'originale Columbia Bar-lock del 1888. Venduta a $ 110. Viene isolata l'antitossina della difterite da un biologo tedesco. In Sicilia e nel Nord Italia scoppiano violenti scioperi organizzati dal partito socialista fondato da Filippo Turati. 1897 Remington 7 Macchina per scrivere A scrittura cieca su rullo, 4 file di tasti e incolonnatore, leve in legno di teck. Le prime macchine Remington vennero vendute accompagnate da una ...dattilografa istruita dalla casa produttrice. In questo anno viene scoperto l'elettrone dal fisico inglese Joseph J. Thomson. Roland Ross scopre che la malaria si trasmette dalle zanzare. 1897 Blickensderfer 7 Macchina per scrivere A Tamburo intercambiabile, cambiando il tamburo è possibile variare la grafica. Suo creatore George C.Blickensderfer. E' la prima vera portatile con valigetta nel mondo.Venduta a $ 50 L'aumento del prezzo del pane provoca moti popolari in varie regioni d'Italia. A Milano il Generale Bava Beccaris fa sparare sulla folla. Intanto Donstantin Ziolkovskij presenta il progetto per un missile a propellente liquido.
1898 Adler 7 Macchina per scrivere Costruita in Germania ed ideata da Wellington P. Kidder's a tre file di tasti. E' la prima macchina tedesca con leve di battuta frontali. Nel 1913 in Germania ne furono vendute 100.000 esemplari. 1900 Underwood 5 Prima macchina a lettura visibile, con scrittura frontale e dovuta a Franz Xavier Wagner 1806. 1901 Empire Macchina per scrivere Costruita in Canada-Tre file di tasti a barre radiali. 1903 Remington Junior Prima macchina da scrivere a 3 file di tasti semi-standard.
1904 Mignon 4 Macchina per scrivere I caratteri sono disposti sopra un cilindro che puo' ruotare e spostarsi in avanti ed indietro disponendo un indice sui caratteri indicati su una tabella. 1910 Erika Macchina per scrivere portatile con rullo mobile costruita in Germania. 1911 Remington Junior 37 Macchina per scrivere Portatile a scrittura visibile a battuta anteriore. 1911 Olivetti M 1 Macchina per scrivere Prima macchina per scrivere realizzata dall'Ing. Camillo Olivetti e D. Burzio.
1911 Rheinmetal Macchina per scrivere portatile tedesca con valigetta rigida. 1913 Comptometer Addizionatrice a tastiera distesa Americana, solo totalizzatore visibile, a pressione di tasti 1913 Ideal SN Macchina per scrivere costruita in Sassonia con battitura semifrontale. 1915 Madas Divisor Calcolatrice a tastiera estesa elettrica
1916 Oliver 9 Macchina per scrivere Costruita a Chicago con leve di battuta laterali, dovuta a Thomas Oliver Ministro degli Stati Uniti che inizialmente la costruì per suo proprio uso. 1916 Remington 3 Macchina per scrivere portatile con cestello e tastiera posizionabile. 1916 Marchant Addizionatrice a tastiera estesa elettrica 1918 Brunsviga 20 Calcolatrice Tedesca a cursori -Capacita' 12x11x20
1919 Underwood Portatile Fu la prima macchina per scrivere portatile della Casa Americana 1920 Olivetti M20 Macchina per scrivere Seconda macchina per scrivere della casa di Ivreaprogetto Ing. C. Olivetti e D. Burzio 1920 Bar Lock Macchina per scrivere con nastro bicolore 1924 Frolio Macchina per scrivere Commercializzata in Italia con questo nome dall'originale tedesca Gundka. 1928 Addix Addizionatrice tascabile cancellazione automatica
1928 Mercedes Euklid 22 Calcolatrice Tedesca a tastiera distesa elettrica 1928 Olympia E' la prima macchina da scrivere Olympia 1928 Rheinmetall Addizionatrice tedesca, tastiera di 10 tasti, impostazione e totalizzatore visibile, sottrazione diretta. 1930 Brunsviga 13 RK Calcolatrice tedesca a cursori con reimpostazione e cancellazione combinata, capacita' 10x11x20. 1930 Torpedo Addizionatrice Tedesca a tastiera ridotta
1930 Antares P/32 Calcolatrice Italiana a cursori, con passo decimale, visibilità, reimpostazione e accumulo, capacità 10x11x20. 1932 Olivetti MP 1 Prima macchina per scrivere portatile con valigetta rigida. 1932 Invicta MP1 Macchina per scrivere portatile costruita per L'Invicta dalla Olivetti e Venduta anche da loro come Olivetti MP1 1935 Olivetti Studio 42 Macchina per scrivere Prima Studio Portatile manuale con incolonnatore. 1940 Olivetti MC 4S Summa Prima addizionatrice da tavolo a mano 1941 Olivetti 4 M Multisumma Prima calcolatrice elettrica scrivente
1941 Olivetti 4 S Elettrosumma Prima addizionatrice elettrica scrivente 1946 Olivetti Elettrosumma 14 Addizionatrice elettrica scrivente 1948 Olivetti Divisumma 14 Calcolatrice elettrica scrivente 1949 Olivetti Summa 15 Addizionatrice manuale scrivente a manovella 1950 Olivetti L22 Macchina da scrivere portatile a Grande Produzione Olivetti.
1960Lilliput 19 Macchina da scrivere portatile giocattolo. Colore rosso. 1973Divisumma 18 Olivetti Calcolatrice con nastro in carta, colore giallo. 1960Lilliput 19 Macchina da scrivere portatile giocattolo. Colore rosso. 1973Divisumma 18 Olivetti Calcolatrice con nastro in carta, colore giallo.


Personaggio pubblicitario ,in cartongesso, di origine tedesca, presumibilmente risalente agli anni "30", firmato
Prof Lauermann KG (Detmold)